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18 Giugno 2017

Villa Galnica, via Roma 4

Puegnago sul Garda (BS)

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Reale: 

Che ha effettiva esistenza, oggettiva o soggettiva.

Contrapposto a possibile, illusorio, immaginario. 

 

Virtuale:

Che è in potenza e non in atto.

Contrapposto a reale, effettivo.

 

Le definizioni di Reale e Virtuale ci portano immediatamente a riflettere sulla loro contrapposizione ma al tempo stesso tempo sul legame indissolubile che hanno. 

Quotidianamente facciamo esperienza di entrambe le dimensioni.

Ogni volta che ci soffermiamo a pensare, stando con la testa per aria, ogni volta che sogniamo, che immaginiamo, che progettiamo e in mille altre occasioni, sperimentiamo il Virtuale. 

Dall'altra parte abbiamo il Reale. La pluralità delle dimensioni del reale è così ampia e complessa, connessa con la sua matrice virtuale, da rendere arduo il compito di indagare ed esplorarne i diversi livelli. Ancor di più se si pensa che una stessa realtà è sottoposta all'inesorabile legge del mutamento e si presta così a interpretazioni pressoché infinite. 

Poi c'è la Realtà Virtuale. Il digitale non è esclusivamente un elemento tecnico ma è uno stato della materia, una materia paradossale perché non la possiamo concretizzare ma, al pari dello stato liquido, solido e gassoso, ci permette di convertire tutto in tutto. Ogni cosa attraverso un’interfaccia può essere convertita in un’altra.

 

Il mondo ordinario e l'Arte si intersecano nel processo creativo e nel bisogno di comunicare dell'uomo. L'artista, che sia un pittore, un modellatore 3D, un grafico o un performer, gestisce suoni, spazi, forme e immagini utilizzando la tecnica, la tecnologia. Non dimentichiamoci che qualsiasi protesi, strumento, attrezzo, che può essere un aiuto per l’uomo, è una tecnologia. Anche se questa parola ci porta subito alla mente qualcosa di digitale.

 

Quindi, come ci poniamo di fronte ai nostri strumenti? Che utilizzo vogliamo farne? Per quanto riguarda la tecnologia digitale, le nuove interfacce: vogliamo utilizzarle a nostro vantaggio, esprimendoci attraverso esse, o vogliamo opporci, criticarle, non utilizzarle? Vogliamo continuare a comunicare in maniera tradizionale, vogliamo traghettare completamente verso il digitale o vogliamo integrare il vecchio con il nuovo creando una terza realtà?

 

La nostra mente si è adattata negli ultimi decenni a funzionare come un motore di ricerca: apriamo tanti link ma ne leggiamo correttamente pochi. Come Wikipedia siamo un contenitore di informazioni, tuttavia non tutte le nostre fonti sono certificate. Sta a noi, alla nostra formazione umana e sociale, valutare cosa sia vero e cosa sia falso, buono o nocivo. Ma ciò non è facile, perché siamo costantemente bombardati da input, sommersi in una frenesia digitale alienante.

 

Comunicare è divenuto facile, veloce ed economico. Possiamo sentire un amico, un parente, un collega di lavoro, dall'altra parte del mondo, grazie a Skype, Whatsapp, qualsiasi Social. Questa è una fortuna. Tuttavia la comodità ci può portare a preferire questo modo di comunicare attraverso uno schermo, rispetto all'incontro reale e totale tra due persone.

 

La digitalizzazione non trasforma solo ciò che è al di fuori di noi, modifica la nostra identità, il controllo dell'identità, la rappresentazione del nostro pensiero, della nostra mente. Il cambiamento pervade non solo il campo del sapere e delle comunicazioni, ma anche il mondo della finanza, della politica, del commercio, delle relazioni umane in genere.

Perfino il gioco, il divertimento, lo svago sono sempre più spesso delegati ad una interfaccia.

 

Qual'è la sfida per la cultura e per l’Arte contemporanea? Come porsi  di fronte a questo dilagante fenomeno? Come acquisire consapevolezza? Come muoversi e in quale direzione? Come esprimere tutto questo?

 

Galileo aveva avuto un’intuizione: aldilà del nostro mondo ne esistono altri. Attraverso il telescopio osserviamo i pianeti, attraverso il microscopio osserviamo un altro universo. Senza lo strumento non potremmo vedere, non potremmo trovare altre cose, né conoscerle in modo più profondo. E come per la scienza, questo vale anche per l'Arte. Se riusciamo a osservare qualcosa di nuovo, possiamo poi comunicarlo attraverso una tecnica, una tecnologia, possiamo creare una nuova visione.

 

Ci vediamo al Fusion Arts.

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Medusa, attraverso il tuo sguardo, ci pietrifichi, perché? Ci chiedi di essere coscienti dell’istante, di restare nel qui e ora. Fermi così lo scorrere del Tempo, ci liberi dalle nostre distrazioni invitandoci a prendere coscienza del momento presente, della realtà che viviamo, qualsiasi essa sia. In questo modo, ci doni la capacità di guardare le cose per ciò che sono, ci sveli il confine tra Reale e Virtuale, ci consenti di indagare senza giudizio la realtà nelle sue molteplici forme.

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